Michele Rinaldi è un fotografo freelancer di origini italiane, esploratore della natura più selvaggia.
- Parlami di te: qual è la tua formazione?
Il 99% di quello che conosco riguardo la fotografia l’ho appreso da solo, all’inizio leggendo manuali di fotografia e libri tematici. Successivamente ho iniziato a vedere tutorial e filmati, e comunque informandomi molto in rete. Nel 2014 ho studiato fotografia presso il College of Edinburgh in Scozia, tuttavia il percorso accademico non ha modificato o aggiunto nulla alla mia struttura formativa che nel corso di una decade ha assunto una forma abbastanza precisa.
- Come sei diventato fotografo?
Per passione. Il mondo della fotografia è un percorso estremamente ad ostacoli e tortuoso, solo la spinta della passiona può portarti avanti e non abbandonare la macchina fotografia in un cassetto. All’età di 19 anni ho iniziato a viaggiare per l’Europa e alla fine di ogni viaggio cercavo di raccontare sinteticamente un esperienza accaduta; è stato quando ho scoperto di essere negato nella scrittura che ho iniziato a raccontare i miei viaggi tramite la fotografia.
- Perché hai scelto di specializzarti nella fotografia di paesaggio? Cosa cerchi?
La fotografia paesaggistica e naturalistica cerca di ricreare e condividere un emozione vissuta, l’emozione e l’esperienza del fotografo che l’ha scattata in un determinato momento e per un determinato motivo. Con la fotografia di paesaggio intendo immedesimare lo spettatore nel luogo dove è stata scattata al foto, far rivivere un momento. Un posto, uno scenario, una vista non devono essere solo belli da mozzar il fiato ma anche fotografati bene per riuscire a ricreare la stessa enfasi. Negli anni ho appresso che c’è una netta differenza fra luogo paradisiaco e luogo paradisiaco fotogenico.
- Come pensi che la post produzione possa intervenire nelle tue fotografie per migliorare, senza esagerare, un soggetto che di per sé racchiude una bellezza intrinseca?
Purtroppo con l’avvento della fotografia digitale e con la diffusione dei nuovi formati di immagine la fotografia molto spesso è obbligata a passare attraverso software di produzione e ritocco. La bravura del fotografo sta nell’occhio e nell’oggettività della bellezza realistica / fotografica.
- Prossimi viaggi?
Non programmo mai un viaggio con largo anticipo. Sono appena rientrato dalla Nuova Zelanda, ho in mente di passare l’inverno in Islanda per poi ripartire oltreoceano. Fortunatamente, cambio idea troppo spesso.
Ecco come seguire Michele…50 sfumature di social!
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