A fine maggio la 16° edizione di FOTOGRAFIA EUROPEA ha inaugurato la sua 16° edizione con un programma di mostre, installazioni all’aperto in giro per la città. Il tema di quest’anno è Sulla Luna e sulla Terra/ fate largo ai sognatori! dedicata alla fantasia e ai sognatori capaci di generare significati e visioni.
Tra programma ufficiale e circuito OFF, ecco le mie mostre che consiglio di visitare, alcuni volti e immagini già incontrare su queste pagine virtuali, altri meno ma vi assicuro che ne vale la pena!
La Bête di Yasmina Benabderrahmane Chiostri di San Pietro
In La Bête Yasmina Benabderrahmane, racconta il suo ritorno in Marocco dopo ben 14 anni e, tra le dune e le pianure, Yasmina Benabderrahmane si scontra con un Paese in evoluzione, da una parte fortemente legato alla tradizione e dall’altra lanciato verso la modernità più contemporanea.
C’è un Marocco roccioso e spoglio come le pianure desertiche di Chichaoua dove i villaggi sembrano essersi fermati nel tempo e la tradizione regna e c’è un Marocco più moderno come la valle di Bouregreg. Qui dal 2018 si costruisce un nuovo centro culturale simbolo del cambiamento contemporaneo. Lo sguardo di Yasmina Benabderrahmane va sui dettagli e sulle trame, sulle mani che modellano e trattengono oggetti, sulle pietre sporche che si traducono in una visione nostalgica e intima della storia del Marocco. L’artista ci invita a seguire i sentieri tortuosi della sua storia personale diviso tra il mondo ancestrale e quello moderno.
Il progetto La Bête di Yasmina Benabderrahmane ha vinto BAL AWARD FOR YOUNG CREATION WITH THE ADAGP 2019. Lo scopo di questo premio è quello di accompagnare per due anni la realizzazione di un progetto creativo che rientri nell’ampio spettro dell’immagine-documentario, fisso e in movimento, mettere in discussione la nostra esperienza umana. Grazie a questo prestigioso premio, Yasmina Benabderrahmane ha esposto La Bête presso Le Bal di Parigi lo scorso anno e il libro è edito dalla MACK Press Images.
The Tower Series di Donovan Wylie Chiostri di San Pietro
Una delle mostre allestite sarà The Tower Series di Donovan Wylie presso i Chiostri di San Pietro sulla via Emilia dove Donovan Wylie dimostra la ripetitività del conflitto militare in aree geografiche diverse.
Tower Series è stata realizzata dal 2005 al 2014 e l’autore fotografa le architetture per lo più invisibili che intrecciano la presenza del conflitto nel tessuto della vita quotidiana e prende in esame nello specifico 3 luoghi caratterizzati da un lungo conflitto: l’Irlanda del Nord, l’Afghanistan e l’Artico canadese. Nello specifico ognuno di questi luoghi si fa portatore una tipologia precisa di paesaggio, rispettivamente pastorale, sublime e romantico, per interrogare la relazione dello sguardo con la dominazione e il potere.
Tower Series è composta da immagini provenienti da 3 diversi lavori di Donovan Wylie British Watchtowers (2007), Outposts (2011), e North Warning System (2014). Protagoniste architetture che si stagliano in un paesaggio paranoico, isolato e solitario, architetture invisibili che lo sguardo si sforza nel vederli. In British Watchtowers i sono le torri di sorveglianza costruite dagli inglesi sul confine nordirlandese, Outposts traccia i luoghi di osservazione della NATO costruiti su promontori naturali con molteplici linee di vista, nella provincia di Kandahar, in Afghanistan e infine North Warning System che chiude la serie esaminando una stazione radar appena dentro l’Articocanadese.
Opera Aperta di Alex Majoli Open air in vari luoghi della città
Ovunque sia, la presenza di Alex Majoli dona indubbiamente un valore in più all’evento o alla mostra e questo per una poetica e valori fotografici profondi. L’ennesima dimostrazione è Opera Aperta, Commissionata e prodotta da Fondazione I Teatri e da Reggio Parma Festival in collaborazione con Fotografia Europea.
A febbraio dello scorso anno, Alex Majoli era a Reggio Emilia per lavorare al suo ultimo progetto Scene, una ricerca sulla teatralità della vita quotidiana in collaborazione con la Fondazione I Teatri. Dopo qualche settimana il mondo si è fermato completamente e la Regione Emilia Romagna, diventando zona rossa, ha chiuso ogni luogo di socialità compresi i teatri. A quel punto un cambio rotta era forse sentito/dovuto/necessario ed infatti Alex e il suo assistente sono partiti per documentare cosa in quel momente stesse succedendo.
Dopo un anno il direttore della Fondazione I Teatri Paolo Cantù, decide di riprendere il lavoro anche se i teatri continuano a rimanere chiusi e nelle foto la pandemia entra progressivamente con mascherine e altri dispositivi.
Le scene fotografate da Alex Majoli si trasformano in palchi teatrali grazie anche ad un uso della luce in stile cavaggesco. La sensazione di confusione e l’incertezza di non riuscire a distinguere chiaramente la realtà dalla finzione può essere equiparata alle sensazioni dutante i primi mesi di pandemia. In quel periodo (e forse pure ora) abbiamo spesso pensato di vivere un film di quelli brutti, apocalittici, increduli di ciò che stava succedendo. Invece lo è stato, era la realtà a cui ci siamo dovuti abituare in fretta e con fatica da cui vogliamo fuggire fisicamente e nel ricordo.
In fondo anche Luigi Pirandello affermava in Sei personaggi in cerca d’autore “La vita, mia cara, è un palcoscenico dove si gioca a fare sul serio.”.
Circuito OFF
Riuscire a barcamenarsi nell’elenco infinito delle mostre del Circuito OFF di Fotografia Europea è sempre stata un’impresa che non ho affrontato perché forse prevenuta nel trovare qualcosa di interessante. Invece quest’anno con mia grande sorpresa, ho trovato un numero di mostre (o presunte tali) minore permettendomi di trovare 3 autori super: Alessandro Zoboli e Maria Elena Ferraris del collettivo CESURA, fotograficamente conosciuti lo scorso anno in occasione della mostra Interludio SI FEST – Circuito OFF.
Abitare di Alessandro Zoboli Cartoleria Minerva in Via S. Carlo 11/a
Abitare di Alessandro Zoboli con cui l’autore vuole far riflettere sul concetto di casa e di abitare. La pandemia mondiale ha fatto venire a galla una serie di problematiche a lungo trascurate come la crisi abitativa. La casa deve essere un diritto per tutte e tutte, un luogo dove sentirsi al sicuro e poter raccogliere le memorie della nostra vita e non una continua lotta contro disuguaglianze e ingiustizie.
Taranto di Maria Elena Ferraris Naftalina, via Statuto 1
Di lotta tratta anche il progetto in corso di Maria Elena Ferraris: Taranto. L’autrice infatti indaga la sua città natale che fonda le radici nella gloriosa Magna Grecia e vive una storia contemporanea caratterizzata da disastri ambientali come l’ex Ilva. Maria Elena Ferraris cerca di trovare il fascino antico nelle contraddizioni della sua terra dove la lotta alla salute, spopolamento e industrializzazione si uniscono ad un’atmosfera sospesa e rarefatta. Taranto non è solo polo industriale ma anche tanta bellezza ed è questo lo scopo dell’autrice, trovare nuovi occhi che osservino la sua città.
In copertina: Tottori© Marco Di Noia copia
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