Nel 2016 ho vissuto qualche mese a Dublino ma solo ora (e per caso) ho scoperto la storia di Ballymun, un sobborgo dell’estrema periferia nord della capitale irlandese. Qui negli anni ’60 venne costruito un imponente complesso residenziale per rispondere alla crisi abitativa nel centro della città che si trasformò presto in un incubo.

A Ballymun è ambientato Joyrider il primo libro del Ross McDonnell, fotografo e regista pluripremiato di origini dublinesi.

BALLYMUN - DUBLIN, IRELAND ross mcdonnell

© Ross McDonnell

Gioventù bruciata nell’estrema periferia di Dublino

Ross McDonnell ha iniziato a scattare le prime fotografie per Joyrider nel 2006, quando la decadenza di Ballymun era tale che la città si preparava a demolire una serie di imponenti torri, avvenuto tra il 2004 e il 2015.

6 anni di lavoro, 112 pagine e 61 immagini per raccontare i cambiamenti della società dublinese, in particolare della sua estrema periferia, attraverso le giovani generazioni di Ballymun. Il quartiere, chiamato colloquialmente The Block, ha visto negli anni frequenti atti di violenza come come spaccio di droga, furti e roghi di auto poi abbandonate di notte e lungo le autostrade irlandesi alimentando negli anni la sua cattiva reputazione.

Proprio come le fiamme provenienti dalle auto, i giovani abitanti di Ballymun sono stati (e sono?) sfacciati e impavidi, simbolo del fallimento della politica locale sia nell’uso di fondi pubblici per la costruzione di edilizia popolare sia nel creare strutture di aggregazione come negozi o ristoranti. All’isolamento e alla criminalità, si aggiunse lo spaccio dell’eroina che, tra gli anni ‘70 e ‘80 divenne una vera e propria piaga.

Quelle di Ross McDonnell sono immagini che sembrano frame di un film cometagli di ripresa obliqui, inquadrature dettagliate e resa granulosa di alcune che riflettono, senza omba di dubbio, la sua formazione da regista. Le fotografie raccontano con ritmo cinetico, il regno sotterraneo dei ragazzi fatto di trasgressioni, conquiste e rituali, atti noiosi e sublimi allo stesso tempo.

BALLYMUN - DUBLIN, IRELAND ross mcdonnell

©Ross McDonnell

Scorrendo le immagini avverto anche una forte intesa che l’autore ha cercato (e mi pare ci sia riuscito) di stringere con i ragazzi di Ballymun per raggiungere un livello di confidenza e fiducia da vivere Ballymun da vicino, accompagnandoli nelle loro conquiste.

Joyrider è creazione e distruzione, inclusione ed evasione, ambiente e identità.

 

Ballymun da sogno a incubo

Ballymun è un sobborgo della periferia nord di Dublino che si trova in prossimità dell’ aereoporto, il cui sviluppo è iniziato negli anni ’60 per rispondere alla crisi abitativa nelle aree interne della città che non riusciva a contenere il notevole aumento di popolazione.  In quegli anni si aggiungersero nuove ed imponenti complessi residenziali sulla scia delle costruzioni popolari nell’Est Europa e Svezia, i Ballymun flats: 36 blocchi di appartamenti formati da 7 blocchi di quindici piani, 19 blocchi di otto piani e 10 blocchi di quattro piani. Per rendere l’idea della grandezza degli edificio, posso citar la torre Joseph Plunkett, intitolata a uno dei firmatari della proclamazione della Repubblica Irlandese del 1916, un edificio di 42 metri e 8.500 tonnellate che ospitava ben 90 famiglie.

BALLYMUN - DUBLIN, IRELAND ross mcdonnell

©Ross McDonnell

In questi appartamenti si trasferì una fetta molto giovane della popolazione dublinese nonostante le infrastrutture come come negozi e scuole non fossero completamente pronte e l’area divenne ben nota sia per un forte spirito comunitario che per notevoli problematiche sociali. Infatti il quartiere iniziò a soffrire di cattiva reputazione dovute ad una crescente povertà, spaccio e atti vandalici coinvolgendo gli stessi abitanti che, alla ricerca di lavoro al di fuori del quartiere, subirono una forte discriminazione perché provenienti da Ballymun.

BALLYMUN - DUBLIN, IRELAND ross mcdonnell

©Ross McDonnell

Nel 1997 è stato annunciato un piano di rigenerazione, che ha portato alla demolizione degli appartamenti tra il 2004 e il 2015 e alla loro sostituzione con nuovi alloggi e nuovi servizi sociali per far rinascere una nuova Ballymun e forse tra una o due generazioni riuscirà a scrollarsi di dosso la cattiva reputazione creata negli anni, quello di un quartiere povero, pericoloso e da evitare.

 

Ballymun nella cultura popolare 

Il disastro edilizio e sociale del complesso residenziale di Ballymun ha preso parte nella cultura popolare irlandese: infatti Ballymun è stata d’ispirazione per la musica, cinema, teatro e letteratura. Impossibile non citare gli U2, uno dei portabandiera di Dublino, che in Running to Stand Still (1987) dall’album The Joshua Tree, racconta una coppia di eroinomani a Ballymun, in particolare nella frase I see seven towers, but I only see one way out (vedo sette torri, ma vedo solo una via d’uscita) potrebbe far riferimento proprio alle torri di Ballymun. Un altro riferimento velato a Ballymun da parte degli U2 potrebbe trovarsi nella canzone Where the Streets Have No Name, essendo il luogo noto per la violenza e il suicidio.

joyrider ross mcdonnell

© Ross McDonnell

C’è anche una varietà di film e documentari ambientati nelle torri abbandonate: ad esempio in The Commitments (1991) diretto da Alan Parker e votato come il miglior film irlandese del decennio, favorito soprattutto per il suo umorismo ironico. Il film racconta di alcuni dei suoi residenti diventano membri di un gruppo musicale e ci sono delle battute del film che fanno direttamente riferimento  a questa parte del nord di Dublino.

© Ross McDonnell

Gli appartamenti di Ballymun compaiono anche nel romanzo Carry Me Down (2006) di MJ Hyland che narra la discesa nella povertà della famiglia di John e La trilogia di Ballymun (2010) è una serie di tre opere teatrali sul processo di cambiamento di Ballymun, scritte da Dermot Bolger e messe in scena dall’Axis Art Center situato vicino al sito originale della McDonagh Tower.

© Ross McDonnell

Il forte senso di orgoglio e comunità nella zona è testimoniato nel libro The Mun: Growing Up in Ballymun (2006) di Lynn Connolly che descrive la sua vita negli anni ’70 e ’80 e riconoscendo sia le problematiche negative del quartiere ma anche della presenza di lati positivi come un forte senso di comunità ignorato dai media. A proposito di media un’altra curiosità: i Ballymun Flats furono le prime case dotate di televisione via cavo in Irlanda che permise agli appartamenti costruiti nel 63 di guardare via cavo le reti britanniche BBC One, BBC Two, ITV (dal 1982 Channel 4) e RTÉ Television.

 

Joyrider di Ross McDonnell

Chi è Ross McDonnell

© Rich Gilligan

Ross McDonnell è un fotografo e regista nato a Dublino, in Irlanda. Vive a New York.Laureato in Film Production, il lavoro di Ross si è evoluto in una voce narrativa matura in una vasta gamma di discipline.

Recentemente selezionato per il Prix Pictet, il premio internazionale per la fotografia e la sostenibilità, le sue fotografie sono state esposte al V&A Museum, alla Gallery of Photography di Dublino, allo Shanghai Centro della Fotografia e il Grand Palais a Paris Photo.

Spesso lavorando su progetti fotografici auto-finiziati, Ross ha vissuto e lavorato in Messico, Afghanistan, Ucraina e Stati Uniti e ha pubblicato il suo lavoro sul New York Times Magazine, Time e The Sunday Times.

Come filmmaker ha vinto un Emmy Award per The Trade nel 2021 e il suo primo film di Ross Colony è stato nominato per un Irish Academy Award.