Massimo Berruti (Roma, 1979) è un fotografo documentarista. Dagli anni trascorsi ad analizzare le implicazioni politiche sulla popolazione locale causata dalla “War of Terror” in Asia centrale e soprattutto in Pakistan, è nato il progetto “The Dusty Path”. Nell’ottobre 2005 entra a far parte dell’ Agenzia Grazia Neri di Milano e nel 2008 diventa un membro dell’ Agenzia VU di Parigi.

1.   Iniziamo dall’inizio: Quando hai capito di voler fare il fotografo?

Avevo circa 23 anni, iscritto alla facoltà di biologia ma non ero convinto di dove mi avrebbe portato. Ero ormai sicuro però che non avrei mai fatto la vita per cui avevo iniziato quel percorso, non avrei mai solcato i mari alla ricerca di una nuova specie animale o seguito una conosciuta per capirne i comportamenti. Così decisi di rispolverare l’antico interesse per la fotografia, con la quale avevo avuto da giovanissimo una travolgente infatuazione, anche se a quel tempo, solo ed esclusivamente come osservatore. La vera folgorazione però è venuta solo con la pratica, iniziata con un corso breve. Lì ho capito quanto di più ci fosse, rispetto allo scatto. Tutto risiede nella ricerca e poi nel processo che porta a realizzare una storia, foto dopo foto.

Afghanistan, Kabul June 2008: Three children face a dust storm in the suburbs of Kabul .

Afghanistan, Kabul June 2008: Three children face a dust storm in the suburbs of Kabul. © Massimo Berruti

2.       Per quale motivo ti sei avvicinato al reportage?

Perché questa è la forma di fotografia che che più mi interessa per ora, per le sue implicazioni e caratteristiche sia sociali che personali. E’ la miglior scusa si possa avere per andare a vedere, per esserci, per cercare di capire. Non c’è una vera ragione, una sola intendo, è uno stato mentale, spesso di frontiera.

Islamabad, Pakistan, Nov 2013: Salman Khan, 20 years old student from Hisoori village, North Waziristan Agency. On 20/3/2011 he lost his father in a drone Attack. He was at home at the moment of the strike. His father was patecipating to a Girga, (gathering between tribal heads) when at 4:45pm the gathering was hit by the strike. When he heard the sound of the blast he immediately run out of his house and started running in direction of the smoke which was on his uncle house direction. Neighbors confirmed to him that his Uncle house was hit by a drone strike. He was stopped on the way by a line of tribal heads trying to keep people away from the site fearing that a new one could occurr is too many people started gathering in there. Only the day after he came to know that his father also lost his life in the attack but his body got so disfigured that he could not really recognise him. He was left alone with his mother and three younger sisters. They had to sell their shop in order to buy a little piece of land for farming. His area used to be heavely targeted by drones but now since 6 months the situatioation is more calm. He is very distressed and angry whith his own government which do nothing to stop these attacks and is not providing compensation to the victims. Salman added that even people who is not directly involved in the attacks started suffering of several deseases like partial loss of eye sight, skin deseases, reproductive deseases. He suffered of skin deseases for one year. He had painfull pustules all over his body with an high concentration on his back as much as he was not able to sit. He also spoken about the need for education which is affecting his areas also noticing that school often gets shut down because the fear of drones threat.

Islamabad, Pakistan, Nov 2013: Salman Khan, 20 years old student from Hisoori village, North Waziristan Agency. © Massimo Berruti

3.       Qual è la foto che ti rappresenta maggiormente? E perché?

Non saprei, ci sono diverse foto che mi vengono in mente, ma siccome sono abituato a ragionare per serie fotografiche, per storie, individuarne una sola mi è praticamente impossibile. Non credo nella foto singola, vedo la fotografia come un opera di narrazione, per cui legata ad una sequenzialità, ad un ritmo e ad una  sintassi. Parlare per immagini è una sfida sempre nuova.

Karachi, Pakistan, September 2010: The ded body of a 20 years old men assassinated in a marked by unknown gunmen. His mather and the rest of the family is gathering around him out of the mortuary in Abbasi Shaheed Hospital to carry him at home for the funeral.

Karachi, Pakistan, September 2010: The ded body of a 20 years old men assassinated in a marked by unknown gunmen. His mather and the rest of the family is gathering around him out of the mortuary in Abbasi Shaheed Hospital to carry him at home for the funeral. © Massimo Berruti

4.       Cosa ti ispira nel tuo lavoro?

Mi ispirano il racconto e la ricerca, la possibilità di addentrarmi in situazioni altrimenti impensabili, la possibilità di interpretare il reale,  attraverso il proprio istinto e filtro culturale. L’obiettività e l’imparzialità sono chimere del giornalismo. Credo più onestamente che questo sia invece un mezzo per prendere una posizione documentata ed esprimerla secondo un punto di vista.

Detroit, USA, 15/11/2012: A Fox News Anchor reporting from the city about a supposed corruption scandal within the municipality administration.

Detroit, USA, 15/11/2012: A Fox News Anchor reporting from the city about a supposed corruption scandal within the municipality administration. © Massimo Berruti

5.       Hai ancora un sogno nel cassetto?

Non uno ma molti, e perdonami ma sto lavorando ad alcuni e per scaramanzia preferisco non parlarne.