Il 22 ottobre 1913 nasce a Budapest uno dei più grandi fotografi del mondo: Robert Capa. Fotografo autodidatta, si dedica ai reportages di guerra come la Guerra Civile Spagnola del 1936 o lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel ’44. Per celebrare il centenario dalla nascita, l’ International Center of Photography  di New York, museo, scuola e centro di ricerche fondato dal fratello Cornell, ha organizzato un importante programma di eventi.

Primo fra tutti, la pubblicazione della sua intervista trasmessa al programma “Hi! Jinx” per la radio WNBC nel 1947 a proposito del soldato repubblicano ucciso, e il progetto digitale Get Closer. Quest’ultimo prevedeva la pubblicazione per 100 giorni di uno scatto di Capa abbinata ad un’immagine di fotografi contemporanei sottolineandone le influenze e l’eredità.

Il 31 gennaio scorso, al termine del progetto, è stata inaugurata la mostra Capa in Colour, curata da Cynthia Young, che svela un lato sconosciuto del fotografo ungherese. Infatti sono esposte più di cento fotografie a colori di Capa, la maggior parte mai viste o stampate, provenienti della collezione permanente dell’ ICP che comprende circa 4200 tra diapositive a colori, negativi, foto in bianco e nero e documenti.

Per l’occasione le immagini sono state scannerizzate e riportate alla luminosità originale poiché le pellicole col tempo perdono brillantezza e qualità del colore. Si nota anche un radicale cambiamento nei soggetti: dalle crude scene di guerra ai divi hollywoodiani (1), la moda parigina (2), i set cinematografici (3), amici artisti famosi come Ernest Hemingway (4)o Pablo Picasso (5). E ancora: le località turistiche francesi come Biarritz e Deauville (6-7), i viaggi in Russia (8) nel ’47 con l’amico John Steinbeck e in Israele nel ’49-’50 (9-10). Iniziò a lavorare con le pellicole a colori nel 1938 quando, trovandosi a documentare la guerra sino-giapponese, chiese ad un amico a New York di inviargli 12 rullini di pellicola Kodachrome con le istruzioni d’ uso in allegato. La produzione di questo tipo divenne ufficiale dal 1941 pubblicando per riviste come Illustrated e Collier’s, e fino al 1954, anno della sua morte in Vietnam. In quegli anni l’ agenzia Magnum Photos visse una grave crisi economica che Capa pensò di risollevare pubblicando fotografie a colori, più richieste e ben pagate dalla stampa specializzata rispetto alle pellicole tradizionali.

Foto 10) Robert Capa © International Center of Photography, ISRAEL. Jerusalem. 1949-1950. Former shop near Jaffa Gate.

Foto 10) Robert Capa © International Center of Photography, ISRAEL. Jerusalem. 1949-1950. Former shop near Jaffa Gate.

In realtà Capa non abbandonò mai il bianco e nero poiché portava sempre con sé le due macchine fotografiche e ci ritornò temporaneamente intorno al 1944-45 in parte a causa dei lunghi tempi di lavoro e di pubblicazione della pellicola a colori. Alla luce di tutto questo, la mostra newyorkese dimostra come Robert Capa, ambasciatore della concerned photography, sia stato capace di comprendere i tempi e di reinventarsi grazie ad una colta curiosità e profonda sensibilità che traspare chiaramente dai suoi scatti.