Vivi in Emilia Romagna e non sai cosa fare e dove andare per il ponte dei morti? Non ti preoccupare, ti consiglio di visitare 3 mostre tra nomi storici e temi di attualità ottime per una gitarella fuori porta. Sto parlando di Capa in Colour a Modena, Essere Umane a Forlì e Le conseguenze a Castelmaggiore, in provincia di Bologna.
CAPA IN COLOUR Gallerie Estensi di Modena Fino al 13 febbraio 2022 Info & Biglietti
Dopo Steve McCurry e William Fox Talbot,la Gallerie Estensi di Modena ospitano un altro grande nome della fotografia mondiale: Robert Capa. A cura del Centro Internazionale di Fotografia di New York, Capa in color espone 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate.
Tutt* conosciamo Robert Capa come uno dei più importanti fotoreporter di guerra e le sue immagini in bianco e nero dello sbarco degli americani in Normandia fanno parte della storia, non solo fotografica. Può stupire quindi scoprire fotografie a colori realizzate proprio da lui nel dopoguerra per riviste dell’epoca come Holiday e Ladies’ Home Journal (USA), Illustrated (UK) e Epoca (Italia). La volontà era di raccontare al pubblico americano ed europeo la vita quotidiana di persone comuni e di paesi lontani come Piazza Rossa a Mosca, le Alpi svizzere e le spiagge francesi di Biarritz e Deauville. Capa fotografò anche anche modelle e personaggi famosi come Roberto Rossellini, Picasso e Giacometti.
In realtà Capa non abbandonò mai il bianco e nero poiché portava sempre con sé le due macchine fotografiche e ritornò temporaneamente intorno al 1944-45 in parte a causa dei lunghi tempi di lavoro e di pubblicazione della pellicola a colori. Alla luce di tutto questo, Robert Capa, ambasciatore della concerned photography, dimostra di essere stato capace di comprendere i tempi e di reinventarsi grazie ad una colta curiosità e profonda sensibilità che traspare chiaramente dai suoi scatti.
ESSERE UMANE Complesso museale San Domenico di Forlì Fino al 20 gennaio 2022 Info & biglietti
Finalmente ha inaugurato a settembre Essere Umane. Le grandi fotografe raccontano il mondo ai Musei San Domenico di Forlì dopo la sospensione dovuta alla pandemia, se non ricordo male poco prima dell’inaugurazione. Se le foto esposte in Capa in Colour erano 150, Essere Umane vuole mettere a dura prova la resistenza fisica e mentale del visitatore: ben 310 fotografie!
Le foto numericamente sono tante ma lo sono anche in base al numero di fotografe che fanno parte di questa collettiva che abbraccia un arco temporale molto ampio, ovvero dagli anni ‘30 al contemporaneo. Chi sono le fotografe? Eccole: Berenice Abbott, Claudia Andujar, Diane Arbus, Eve Arnold, Letizia Battaglia, Margaret Bourke- White, Silvia Camporesi, Cao Fei, Lisetta Carmi, Carla Cerati, Cristina de Middel, Gisèle Freund, Shadi Ghadirian, Jitka Hanzlova’, Nanna Heitmann, Graciela Iturbide, Dorothea Lange, Annie Leibovitz, Paola Mattioli, Susan Meiselas, Lee Miller, Lisette Model, Tina Modotti, Inge Morath, Zanele Muholi, Ruth Orkin, Shobha, Dayanita Singh, Newsha Tavakolian e Gerda Taro.
La sfida di Walter Guadagnini, curatore della mostra in collaborazione con Monica Fantini e Fabio Lazzari, è stato quello di creare un evento unico in Italia e non solo, dedicato allo sguardo fotografico femminile per tracciare le trasformazioni sociali e umane sia come professioniste che come donne.
LE CONSEGUENZE Zona Franca, Sala Pasolini - Castelmaggiore (BO) Fino al 10 novembre Info
Anche per Stefania Prandi, giornalista, scrittrice e fotografa al centro del suo progetto Le conseguenze ci sono le donne, quelle che non ci sono più perché vittime di femminicidio. Dopo 2 anni dall’ultima mostra in Emilia Romagna presso La Quadreria di Bologna, Le conseguenze di Stefania Prandi sarà esposto a Castelmaggiore, in provincia di Bologna presso Zona Franca – Centro di documentazione e di ricerca Franca Rame dal 27 ottobre al 10 novembre. In occasione dell’inaugurazione della mostra, sarà presentato anche il libro Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta edito da Settenove.
The Consequences è il progetto di e la mostra si compone di immagini e testi raccolti durante 3 anni di lavoro per raccontare le famiglie delle vittime del femminicidio e della violenza di genere. L’esposizione vuole essere l’occasione per riflettere a partire dal termine “femminicidio”, ovvero l’uccisione oppure la scomparsa di una donna per motivi di genere, di odio, disprezzo, piacere o senso del possesso, e dell’errata comunicazione.
Bisogna riflettere e comprendere nel rispetto di chi rimane ovvero di madri, padri, sorelle e figli, e dei ricordi legati alla persona uccisa. Contraddistinti da una forza unica al mondo, i familiari delle vittime devono affrontare processi mediatici votati spesso alla spettacolarizzazione, tribunali e sostenere ingenti spese legali. Nonostante tutto combattono scrivendo libri, organizzando incontri e diventando attiviste come Giovanna Ferrari, madre di Giulia Galiotto, Renza Volpini, madre di Jessica Poli e Marisa Golinucci, Presidente Associazione Penelope Emilia-Romagna e madre di Cristina Golinucci.
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In copertina: © Letizia Battaglia Palermo, 1986. La Kalsa