Ogni occasione è buona per scoprire nuovi mondi e se lo si fa attraverso la fotografia, ancora meglio! Infatti per la nuova puntata sulle mostre da vedere, ho selezionato 3 mostre in Italia che vi porteranno in giro per il mondo: Glasgow, New York e la Francia con Raymond Depardon, in Amazzonia con Sebastiano Salgado e a Cotignola, in provincia di Ravenna, con Michele Buda, Giovanni Lami e Marco Zanella.
Raymond Depardon - La vita moderna
Triennale di Milano
Fino al 10 aprile 2022
La vita moderna è la prima mostra personale in Italia dedicata al fotografo e regista francese Raymond Depardon. Presentata dalla Triennale Milano e Fondation Cartier, la mostra è realizzata in collaborazione con l’ artista francese Jean Michel Alberola.
8 sezioni, 300 fotografie, 2 film e i libri monografici pubblicati dall’artista: il percorso espositivo è un viaggio intorno al mondo che dagli ‘70 al 2021 l’artista fotografa come le comunità rurali francesi, le periferie urbane di Glasgow, la vita Newyorkese fino agli ospedali psichiatrici in alcune città italiane negli anni Settanta.
Si parte con Errance (1999-2000) che rappresenta il filo conduttore dell’intera mostra, specchio del vagare di Depardon alla ricerca della quotidianità. Tra fotografie in bianco e nero e a colori c’è la Francia delle regioni meridionali dell’Aveyron, della Lozère, del Gard e dell’Hérault (Communes, 2020), delle comunità rurali (Rural, 1990-2018) e quella contemoporanea lontana dai cliché, a colori e con una macchina fotografica di grande formato 20 x 25 (La France, 2004-2010).
Negli anni Ottanta l’artista francese va a Glasgow dove negli anni Ottanta realizza un reportage per il Sunday Times a colori di una città che gli sembrava “agli antipodi della sua fotografia” e a New York (Manhattan Out) fotografando con una Leica appesa al collo senza mai alzarla e lasciando casuale l’inquadratura.
Anche l’Italia è presente nelle immagini di Depardon a cui dedica un vero omaggio grazie al Piemonte (2001) e San Clemente (1977-1981). In quest’ultimo, incoraggiato da Franco Basaglia e documenta i malati di mente alla vigilia della chiusura dell’ospedale psichiatrico veneziano dove sarà girato anche l’omonimo film del 1980. L’altro film in mostra è New York, N.Y. del 1986 un cortometraggio di dieci minuti partendo da tre inquadrature ricavate dalla serie Manhattan Out.
Sebastião Salgado. Amazônia
MAXXI Roma
Fino al 13 febbraio 2022
A cura di Lélia Wanick Salgado, Amazônia di Sebastião Salgado che vuole porre l’attenzione sulla necessità di proteggere la foresta dell’Amazzonia, compreso i suoi abitanti. Ospitata al MAXXI di Roma, Amazônia è l’unica tappa italiana del progetto che si compone di oltre 200 immagini per immergerci nella foresta amazzonica, frutto di 7 anni di vissuto umano e di spedizioni fotografiche compiute via terra, acqua e aria.
Questo progetto è durato 6 anni durante i quali Sebastião Salgado ha fotografato la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano, registrando l’immensa potenza della natura di quei luoghi e cogliendone, allo stesso tempo, la fragilità. La sua esperienza prova a trasmetterla a noi attraverso la mostra che si divide in due parti: la prima dedicata al paesaggio e la seconda alle popolazioni indigene.
Sebastião Salgado ci mostra l’anima della foresta fluviale amazzonica, che per estensione occupa infatti un terzo del continente sudamericano, con visioni dall’alto, fiumi volanti (ovvero la grande quantità d’acqua che si innalza verso l’atmosfera) e tempeste tropicali, montagne e infine isole nel fiume arcipelago.
La seconda parte è dedicata alle diverse popolazioni indigene immortalate da Salgado nei suoi numerosi viaggi, come gli Awá-Guajá, considerata la tribù più minacciata del pianeta che conta solo 450 membri, gli Yawanawá, che, sul punto di sparire, hanno ripreso il controllo delle proprie terre e la diffusione della loro cultura, e i Korubo, che per la prima volta sono entrati in contatto con “esterni” grazie alla spedizione di Salgado nel 2017.
Per rendere l’esperienza ancora più immersiva, ci saranno le ocas, ricostruzioni delle tipiche abitazioni indigene e la traccia audio composta appositamente realizzata da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta, come il fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli o il fragore dell’acqua che cade a picco dalle montagne.
Come in Depardon anche qui arricchiscono la mostra 2 proiezioni, una dedicata al paesaggio boschivo accompagnata dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959) e l’altra con ritratti di donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica appositamente composta dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.
Monumento Fiume
Michele Buda | Giovanni Lami | Marco Zanella
Ex Ospedale Testi e Chiesa del Pio Suffragio - Cotignola (RA)
Fino al 9 gennaio 2022
Se vivete in Emilia Romagna, non perdetevi Monumento Fiume, frutto di 3 campagne e residenze d’artista svolte nel 2021 dai fotografi Marco Zanella e Michele Buda, e il musicista Giovanni Lami. A loro è stato assegnato il compito, da parte del Comune di Cotignola e del Museo Civico Luigi Varoli, di indagare il paesaggio, gli abitanti e le tradizioni materiali e immateriali del paese romagnolo.
Il progetto espositivo si snoda in due sedi: Ex Ospedale Testi in via Roma 8 si trovano le mostre di Michele Buda e Marco Zanella (entrambi hanno realizzato un libro fotografico) e la chiesa del Pio Suffragio in corso Sforza, 19/A con l’installazione sonore di Giovanni Lami.
Sul confine, il progetto di Michele Buda, indaga il confine di Cotignola con il tratto del fiume Senio che nasce in Toscana, attraversa la Romagna e sfocia nel Reno. Gli argini del fiume rappresentano l’unico punto rialzato in quella parte della pianura che divide Cotignola è cresciuto in due zone opposte, quella industriale in direzione Faenza e le campagne. In più il Senio appresenta una memoria storica importante: Infatti tra il novembre 1944 e l’aprile 1945, ha rappresentato la linea di demarcazione che oppose gli alleati e nazifascisti riducendo il paese in macerie
Scalandrè di Marco Zanella, fotografo del collettivo CESURA, ha avuto una gestazione più lunga, iniziata l’anno prima rispetto al lavoro di MIchele Buda con Facce, esposto per le vie di Cotignola. Facce è una mappa di volti di persone, di teste in cartapesta che raffigurano perdigiorno e personaggi noti a tutto il paese passando per i volti del museo in legno e ceramica, fino ai ritratti di cotignolesi d’oggi.
In Scalandré Marco Zanella lunga oltre due anni ha documentato la vita, i luoghi e le trasformazioni della piccola città della campagna romagnola, che l’hanno portata ad essere, da paese quasi cancellato dalle mappe dopo la seconda guerra mondiale, a una delle realtà più energiche e vitali dove industrializzazione e ruralità condividono.
Giovanni Lami è un musicista e sound artist che ha creato una mappa sonora fatto di rumori e suoni registrati in vari luoghi di Cotignola con modalità e tecniche diverse come gli uccelli, il vento e le risate di bambini il rumore di un pallone o dei passi sull’erba durante una partita di calcio.