The Consequences – Reportage sulle famiglie delle vittime di femminicidio di Stefania Prandi è il catalogo dell’omonima mostra allestita a Bologna nel 2019 e del precedente reportage, appena pubblicato dall’associazione Dry-Art.

Dopo aver visitato la mostra, intervistato l’autrice e presieduto in diretta streaming alla presentazione di qualche settimana fa, mi sembrava naturale acquistare il catalogo. È un modo per sostenere la ricerca di Stefania Prandi in un tema a così forte e fondamentale come il femminicidio su cui c’è tanto ancora da ragionare e necessita la massima attenzione anche a livello di comunicazione.

 

Il femminicidio nello sguardo di chi resta

The Consequences – Reportage sulle famiglie delle vittime di femminicidio di Stefania Prandi arriva dopo circa due anni dall’omonima mostra curata da Chiara Cretella e allestita presso La Quadreria di Palazzo Rossi Poggi Marsili dell’Associazione Servizi alla Persona di Bologna.

© Stefania Prandi, La Quadreria, Bologna – 2019. Immagini che raccontano la storia di Giordana Di Stefano

Il catalogo, edito da Dry-Art, si compone come la mostra di immagini e testi raccolti durante 3 anni di lavoro per raccontare le famiglie delle vittime del femminicidio e della violenza di genere. Con il termine “femminicidio” infatti si intende l’uccisione o la scomparsa di una donna per motivi di genere, odio, disprezzo, piacere o possesso da parte di un uomo. In più ne consegue l’errata comunicazione da parte dei media.

© Stefania Prandi, La Quadreria, Bologna – 2019. Immagini che raccontano la storia di Rossana Jane Wade

Stefania Prandi racconta, sempre con rispetto e delicatezza, le storie di tante famiglie a cui tocca il compito di essere forti nonostante il dolore e difendere il ricordo della propria figlia, sorella o madre uccisa. A loro rimangono solo  fotografie, abiti o oggetti. In questo caso condivido le parole di Stefania Prandi che riporto qui per esteso:

“La reazione all’infinito dolore individuale, che da personale diventa politico, fatica a essere riconosciuta a livello istituzionale e mediatico. Eppure sono in molti a non smettere di combattere contro l’invisibilità e il silenzio, nemmeno a distanza di decenni dalla morte delle loro figlie, delle madri, delle sorelle. Il vero amore è questo, non quello degli uomini che le hanno uccise.”

 

© Stefania Prandi, La Quadreria, Bologna – 2019. Immagini che raccontano la storia di Giulia Galiotto

Tra le tante storie raccolte da Stefania Prandi c’è quella di Giulia Galiotto, uccisa dal marito Manzini nel 2009, figlia di Giovanna Ferrari che tiene tra le mani il suo vestito da sposa o la sua catenella. È anche la storia di Rossana Jane Wade, strangolata a 19 anni da fidanzato nel 1991, ora sposato con due figli. A ricordarla c’è la madre Letizia Marcantonio, sempre presente alle manifestazioni contro il femminicidio.

© Stefania Prandi, La Quadreria, Bologna – 2019. Immagini che raccontano la storia di Giulia Galiotto

Accanto a loro Renza Volpini, madre di Jessica Poli uccisa nel 2007 da 33 coltellate dal marito con cui aveva un figlio, “orfano speciale” e Marisa Golinucci, madre di Cristina Golinucci, scomparsa nel 1992 e mai più ritrovata. Marisa Golinucci ora è Presidente Associazione Penelope Emilia-Romagna nata nel 2002  a Potenza da Gildo Claps, fratello di Elisa Claps, scomparsa nel 1993 all’età di 16 anni il cui corpo è stato ritrovato nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità.

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Non una di più

Il catalogo della mostra si affianca al volume edito dalla Settenove Le conseguenze. Il femminicidio nello sguardo di chi resta  che racconta l’inchiesta condotta dalla giornalista anni prima. Al centro dell’inchiesta il femminicidio attraverso le conseguenze del vissute dalle famiglie delle vittime che non solo vivono il lutto ma spesso devono affrontare tribunali e una comunicazione becera che le infligge un’ulteriore condanna, sentirsi dire frasi del tipo «se l’è cercata» / «era una poco di buono» / «delitto passionale» o «uccisa per troppo amore».

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© Stefania Prandi, The consequences

Questi sono stereotipi legati al femminicidio diffusi dai media che spesso impongono una spettacolarizzazione morbosa della violenza alla ricerca del dettaglio per ricostruire la tragedia. È necessario anche usare una terminologia esatta e rispettosa per evitare anche la “vittimizzazione secondaria” cioè di colpevolizzare la vittima e di sovraesporre mediatica delle famiglie, come afferma Chiara Cretella nella prefazione del catalogo.

Sono le stesse famiglie che lottano quotidianamente per distruggere gli stereotipi e difendere la memoria della loro vittima e dimostrare che il femminicidio non è un evento casuale ma è un problema culturale e sociale che sfocia in un senso di possessione e gelosia negli uomini. Molti sono infatti gli esempi di madri che scrivono libri, organizzano incontri nelle scuole a o avviano raccolte fondi o petizioni.

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© Stefania Prandi, The consequences

Secondo la Casa delle Donne di Bologna per non subire violenza ONLUS, nell’ articolo pubblicato il 5 marzo 2021 si afferma che da marzo a maggio 2020  le telefonate e gli accessi al Centro hanno registrato un netto calo ma questo non vuol dire che i casi di violenza siano diminuiti. In realtà sono aumentati perché a causa dell’isolamento in casa, ciò ha reso le donne più isolate e controllate dai proprio uomini. A dimostrarlo due fatti: le poche richieste di aiuto arrivate si sono rivelate con un livello di emergenza e violenza più grave e una volta allentate le restrizioni anti covid, le telefonate sono decisamente aumentate.

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© Stefania Prandi, The consequences

Lo stesso vale per il Servizio di Orientamento e accompagnamento al lavoro dedicato alle donne che ha registrato dati in calo nello stesso periodo marzo-maggio 2020. In seguito alla riapertura i contatti sono aumentati ma a causa della complicata e drammatica situazione economica delle aziende, le attività di formazione e orientamento a lavoro sono state posticipate a questa primavera o da remoto.

 

Chi è Stefania Prandi

Stefania Prandi è giornalista e fotografa, ha realizzato reportage e inchieste in Italia, Europa, Africa e Sudamerica.

Si occupa di questioni di genere, lavoro, diritti umani, ambiente e cultura. Tra le sue collaborazioni: Il Sole 24 Ore, National Geographic, Radiotelevisione svizzera, Azione, El País, Al Jazeera, Correctiv, BuzzFeed.

Nel 2018 ha pubblicato il libro Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo (Settenove) e nel 2020 Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta (Settenove).

Ha vinto numerosi riconoscimenti internazionali e premi come Volkart Stiftung Grant, Henri Nannen Preis e Otto Brenner Preis.