Come qualcuno saprà o leggerà dalla mia biografia, sono nata e cresciuta per i miei primi 19 anni in Basilicata e conosco bene la sensazione di voler fuggire per andare al nord anche con la scusa dell’Università.

La calma e la lentezza di “giù” l’ho ritrovata nel nuovo lavoro di Simone Donati, anima del collettivo Terraproject, che dal 2016 al 2020 ha percorso l’Appennino Meridionale alla coperta della calma e della lentezza e dei colori tra Calabria, Basilicata, Campania e Molise. Varco Appennino è edito da Wittybooks e è in prevendita qui.


Cos’è “Varco Appennino”?

“Varco Appennino” è un’esplorazione delle aree interne dell’Appennino Meridionale, che ho realizzato tra il 2016 e il 2020. Durante numerosi viaggi che ho fatto tra Calabria, Basilicata, Campania e Molise sono andato alla scoperta di questi luoghi, che non conoscevo, e di cui spesso si sente parlare con accezione negativa. Il lavoro fotografico è composto da un insieme di paesaggi e ritratti. Sono stato guidato dall’interesse nel vedere e capire questi luoghi e nel conoscere chi li abita.

Simone Donati Varco Appennino

© Simone Donati, Varco Appennino, Pietrapertosa (PZ), aprile 2017

Qual è stata la tua esigenza personale, oltre che di fotografo, di lasciarti alle spalle “Hotel Immagine” con la sua carica visiva tra riti religiosi e manifestazioni di devozione e abbracciare la calma di “Varco Appennino”?

 

Credo che dopo molti anni passati a documentare vari tipi di fede italiana, non solo religiosa ma anche nella politica, sport, spettacolo, etc. ho sentito il bisogno di rallentare lo sguardo e il metodo di lavoro. Per Hotel Immagine ho usato un tipo di fotografia “veloce”, andavo in un posto per una giornata o poco più, a volte solo per qualche ora, e tornavo a casa con le immagini. Per Varco Appennino rimanevo in questi luoghi anche più di una settimana, fotografando poco ogni giorno ma pensando molto di più alle immagini e a quello che facevo. Anche il fatto di aver usato una macchina di medio formato e la pellicola ha contribuito a questa lentezza. Penso anche che il silenzio e la calma che ho trovato in queste zone abbiano contribuito ad approcciarmi al lavoro in questo modo.

 

Simone Donati Varco Appennino

© Simone Donati Varco Appennino, Muro Lucano (PZ), novembre 2018

La fotografia che incontra la letteratura: Varco Appennino dialoga infatti con il “Vocabolario Appenninico” del poeta e scrittore Franco Arminio.  Come è nato questo binomio? Le parole hanno supportato l’immagine e/o viceversa?

 

Ho scoperto il lavoro di Franco Arminio poco dopo aver iniziato il progetto, mi sono letto alcuni suoi libri e sono subito stato ispirato dal suo metodo di lavoro e dalla sua poetica. Mi piaceva molto il fatto che con la scrittura facesse le stesse cose che facevo io con la fotografia: andare in giro per piccoli paesi dell’entroterra, a volte guidato solo dall’istinto, e parlando con le persone scoprire questi luoghi. Ho poi contattato Franco, ci siamo incontrati qualche volta a Bisaccia, il suo paese, e l’ho tenuto aggiornato sul progetto nel corso degli anni. Insieme poi a Fiorenza Pinna, che ha curato il lavoro, abbiamo deciso di far dialogare le immagini con il suo “Vocabolario Appenninico”, ci sembrava che fosse il testo giusto per il mio lavoro e Franco si è mostrato entusiasta della scelta che ha subito approvato.

 

 

Tanti e tante di noi fuggono dal sud alla ricerca di fortuna e se c’è qualcuno che viene a visitarlo, pensiamo sempre “ma che ci è venuto a fare? qui non c’è niente”. In realtà noi che siamo nati e cresciuti in queste zone, me compresa, sottovalutiamo la potenza del paesaggio appenninico e le persone da fuori possono invece aiutarci ad apprezzarlo e valorizzarlo. Tu cosa hai trovato al sud?

 

 

Ho trovato dei paesaggi straordinari, delle piccole gemme nascoste e sconosciute, che sarebbe bello poter far conoscere a tante persone che come me ne ignoravano l’esistenza. Ho anche trovato un’accoglienza generosa da parte delle persone che ho incontrato, e tanta curiosità rispetto al mio progetto e al mio girovagare in questi luoghi. Credo che dopo questo periodo di pandemia si possano riscoprire queste aree interne e si possa provare a valorizzarle, sarebbero un’ottima alternativa alla vita in città. Ovviamente non è tutto rose e fiori e il lavoro da fare è gigantesco, purtroppo in tante di queste zone mancano servizi e collegamenti, ma le potenzialità sarebbero alte.

Simone Donati Varco Appennino

© Simone Donati, Varco Appennino, Aquilonia (AV), novembre 2018

Hai un ricordo particolare legato alla tua esperienza lungo l’Appennino? Ad esempio uno stereotipo in cui ti sei ricreduto o fortunato un imprevisto.

 

 

Il weekend del 7 e 8 marzo 2020 ero in Molise per quello che sarebbe diventato l’ultimo viaggio di questo progetto, anche a causa della pandemia e del lockdown nazionale iniziato dal 9 di marzo. Durante quei giorni ho realizzato le ultime immagini che sono finite nel libro, e mi ricordo in particolare il ritratto a Michela e Nicola, titolari di una società agricola biologica in provincia di Campobasso, che mi hanno fatto riflettere sul fatto che ci sono tanti giovani volenterosi di animare e vivere queste zone e che c’è ancora un po’ di speranza nel far sì che non vengano totalmente abbandonate.

“Varco Appennino” in preventita qui

Chi è Simone Donati

Simone Donati (1977) è nato a Firenze dove vive e lavora. Nel 2005 completa il corso triennale di fotografia alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Dopo uno stage all’agenzia Magnum Photos di New York dal 2006 si occupa a livello professionale di fotografia documentaria.

Negli anni 2009-2015 la sua attenzione si è concentrata sulla situazione politica e sociale italiana con la pubblicazione di Hotel Immagine, il suo primo libro autoprodotto. Con Varco Appennino, che sarà pubblicato da Witty Books nella primavera del 2021, ha portato avanti un’esplorazione delle aree interne dell’Appennino meridionale italiano.

Simone è stato selezionato come uno dei tre finalisti nella categoria ritratto del Sony World Photography Awards e ha ricevuto il 3° posto al Premio Ponchielli con Welcome to Berlusconistan. Con Valley of Angels è stato finalista all’OjodePez Award.

Le sue fotografie sono esibite in mostre sia in Italia che all’estero e sono pubblicate dalle maggiori riviste italiane ed estere tra cui Der Spiegel, D – La Repubblica, Geo, IL, Internazionale, Io Donna, L’Espresso, Le Monde Magazine, Monocle, Newsweek, Newsweek Japan, Panorama, Sette e Vanity Fair.

Simone è uno dei fondatori del collettivo TerraProject, che dal 2006 lavora su tematiche sociali, politiche ed ambientali in Italia ed all’estero.
Simone è di base a Firenze.

In copertina: © Simone Donati, Varco Appennino, Bova Superiore (RC), agosto 2016