Sabato 27 marzo ha inaugurato online la mostra From London to free Derry con le fotografie e fumetti situazionisti di Gian Butturini presso lo Studio Cenacchi a Bologna.
A cura di Gigliola Foschi e promossa dall’Associazione Gian Butturini, la mostra rimarrà visitabile online fino al 5 aprile 2021 sul sito della galleria Studio Cenacchi. Con la speranza di visitarla di persona, la chiusura è stata già posticipata al 29 maggio 2021. Evvai!
Magari ce la si fa a vederla dal vivo perché ho l’entusiasmo alle stelle così come fu per Where/Dove di Willie Doherty allestita alla Fondazione Modena Arti Visive. Questo anche perché fino ad ora in Italia pochi sono state le mostre fotografiche dedicate all’Irlanda e precisamente ai conflitti nordirlandesi.
London
La mostra From London to free Derry, curata da Gigliola Foschi e promossa dall’Associazione Gian Butturini, comprende oltre 30 fotografie in bianco e nero realizzate a Londra alla fine anni ’60 e in Irlanda del Nord negli anni ‘70 subito dopo la strage del Bloody Sunday.
Accanto alle fotografie, sono esposti anche fumetti situazionisti personalizzati da Gian Butturini con colori e scritte sarcastiche e provocatorie, utili a comprendere la figura poliedrica dell’artista, non solo fotografo ma anche grafico e insegnante.
Il racconto della mostra parte da London del 1969, primo libro fotografico realizzato di Gian Butturini che si era recato nella capitale britannica per lavorare (era grafico pubblicitario) allo stand da lui disegnato in occasione di una fiera. Nel mentre decide di osservare la Swinging London ma non quella edonistica e patinata di Carnaby Street ma soffermandosi sulle manifestazioni pacifiche, i barboni e i tossici a Victoria Station e la quotidianità del tempo di donne e uomini. Il tutto circondato da tanta ironia e sarcasmo soprattutto per far riflettere sulle ingiustizie sociali e le situazioni più dure.
Il viaggio a Londra diventa inaspettatamente per Gian Butturini un punto di svolta che decide di lasciare la grafica pubblicitaria e la sicurezza economica per dedicarsi totalmente alla fotografia.
Nel 2017 London viene ristampato dalla Damiani editore di Bologna a cura di Martin Parr, innamorato del reportage di Butturini, ormai introvabile nell’edizione originale o le poche copie in circolo prezzi folli. L’anno scorso London di Gian Butturini viene coinvolto da polemiche e accuse di “razzismo conclamato” per l’accostamento l’immagine di una donna afro inglese a quella di una scimmia in gabbia. La fotografia incriminata, come testimonia le stesse dichiarazioni dell’autore, poi riportate dalla curatrice Gigliola Foschi, voleva “suscitare indignazione nei confronti delle condizioni di due esseri viventi entrambi ingiustamente intrappolati e discriminati”.
La conseguenze sono state le scuse ufficiali e dimissioni di Martin Parr da Presidente del Bristol Photo Festival e le copie del libro ritirato dal mercato. A tal proposito Marta e Tiziano Butturini, figli di Gian, decidono di salvare dal macero le copie della Damiani e spedire una a copia di London a chi ha piacere di averla, dietro una donazione utile a sostenere l’Associazione Gian Butturini.
Dall’Irlanda dopo Londonderry
Dopo il viaggio a Londra nel 1969, qualche anno dopo Gian Butturini parte per l’Irlanda del Nord una settimana dopo la Bloody Sunday. Era il 30 gennaio del 1972 e durante una manifestazione pacifista organizzata dalla Civil Right Association, alcuni soldati del Primo Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’esercito britannico sparano alla folla uccidendo 14 persone.
Dal reportage nasce Dall’Irlanda dopo Londonderry, in procinto di ripubblicazione, che documenta la situazione politica dei Troubles nella settimana successiva alla Bloody Sunday con le testimonianze dei cattolici sulla repressione inglese.
La quotidianità vista e vissuta dall’autore in quei giorni, seppur un “esterno” alla questione nordirlandese, ha i volti sorridenti di bambini e bambine che giocano tra le macerie, i passi lenti di una signora anziana che cammina accanto ad un’auto carbonizzata o il gesto di una raccolta firme. Nell’Irlanda del Nord la quotidianità è fatta anche (ma ricordiamoci sempre non solo) di filo spinato, posti di blocco, muri della pace e cecchini sui tetti. Mi colpiscono i fori alla finestra di un palazzo, gesto intimidatorio per spingere le famiglie cattoliche a trasferirsi altrove, lontano quartiere protestante. Delle vere e proprie estromissioni.
Come fu per London, anche in questo caso, la volontà di Gian Buttirini non era quella di fotografare gli stereotipi di guerra ma avviare una ricerca fotografica per approfondire, capire e raccontare un evento anche attraverso scene di tutti giorni. Quello di Gian Butturini è sì un approccio ironico e sarcastico ma rivela sempre empatia e solidarietà.
Attraverso questa mostra si riflette su diverse questioni, a partire dall’importanza della fotografia di reportage negli anni ’70 e della documentazione della tormentata questione dell’Irlanda del Nord a partire dal riferimento ai fatti tragici legati al Bloody Sunday le conseguenze della cancel culture come successo per London.
Appuntamenti in streaming
La mostra From London to free Derry a cura di Gigliola Foschi e promossa dall’Associazione Gian Butturini e allestita presso lo Studio Cenacchi è momentaneamente chiusa al pubblico. In alternativa si possono guardare le fotografie on line direttamente sul sito di Studio Cenacchi fino al 6 aprile e, sperando in una riapertura, la mostra è già prorogata fino al 29 maggio 2021.
In attesa di vederla dal vivo, mercoledì 7 aprile alle 21 ci sarà un incontro in diretta in cui saranno presenti Marta e Tiziano Butturini, figli di Gian, la curatrice Gigliola Foschi, Laura De Marco, direttrice di Spazio Labò, Daniele De Luigi, curatore della Fondazione Modena Arti Visive come per la mostra attualmente chiusa al pubblico “Willie Doherty – Where/Dove” e Gianluca Cettineo (scrittore, autore di libri sulla storia irlandese come I Muri di Erin edizioni Specula.
Chi era Gian Butturini
Gian Butturini (Brescia, 1935 – 2006) è stato fotoreporter internazionale, poliedrico artista della comunicazione, si afferma da giovane a Brescia come designer e architetto d’interni.
Nel 1969 pubblica London by Gian Butturini; nel 2017 esce il reprint del libro (Damiani editore) con prefazione di Martin Parr, suo grande ammiratore.
Ha realizzato quaranta libri fotografici tra i quali Cuba 26 Luglio, Dall’Irlanda dopo Londonderry, Tu Interni Io Libero con Franco Basaglia, C’era una volta il Muro, DONNE lo sguardo, le storie introduzione di Carla Cerati e due volumi dedicati alla storia cilena. Nell’autobiografia DAIQUIRI (Edizioni Mimesis) ha narrato le cronache dei reportage.
Sue foto sono state esposte in Strange and Familiar al Barbican Centre londinese, alla Manchester Art Gallery e a Somerset House per PHOTO LONDON 2018.
In qualità di regista ha prodotto documentari tra i quali Crimini di Pace con musiche di Luigi Nono e Bologna, 10.15 strage, il film Il Mondo degli Ultimi con Lino Capolicchio premiato in Festival internazionali.
Il lascito culturale dell’autore è attualmente promosso dalla Associazione Gian Butturini.