Anno nuovo vita nuova (o quasi)! Non si tratta solo del nuovo taglio di capelli o dei folli acquisti fatti durante le prime settimane di saldi, il nuovo anno è iniziato con una nuova esperienza che si chiama ICON! Dietro a questa parola c’è dietro una delle più importati istituzioni del panorama fotografico italiano e non, ovvero la Fondazione Fotografia di Modena che, oltre ad occuparsi di mostre, conservazione sia di collezioni di autori contemporanei sia di archivi storici, punta alla formazione di future professionalità. Da un pò di tempo sentivo che la passione verso la fotografia non mi bastava più e sentivo la necessità di approfondire gli aspetti più tecnici come la curatela. La possibilità di aggiornarmi, tornare a studiare un argomento che mi piace soprattutto con un approccio diverso attraverso una prova pratica come l’allestimento di una mostra e l’ideazione di un progetto personale è stata la principale motivazione che mi ha spinto a buttarmi in questa ulteriore avventura. Mettersi ancora una volta alla prova, conoscere nuovi punti di vista degli altri corsisti e dei prof, magari avrebbero potuto darmi una reale chiave di lettura. All’inizio i dubbi erano tanti e alla fine di questa prima settimana di lezione ne sono ancora di più (aiuto!) e solo oggi riesco a riparlare e riflettere tranquillamente su quello che è successo! 5 giorni da pendolare “fuori sede” parlando continuamente di arte e di fotografia, mi ha distrutto fisicamente ma soprattutto mentalmente, non ne potevo più!
Tornando a noi, dopo le prime embrionali conoscenze con i “colleghi” (che fa tanto università al primo anno), il test d’ingresso e la presentazione della struttura, il via al corso ci è stato dato da una figura a dir poco illuminante: Francesca Fabiani. Ex Curatore e Responsabile delle Collezioni di Fotografia del MAXXI, ora lavora per l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma, ci ha parlato della figura del curatore, dalla sua formazione alle responsabilità, e dell’organizzazione di una mostra partendo dalle prime idee all’inaugurazione. Le figure e le attività che girano intorno ad una mostra, i tempi ferrati da rispettare e i documenti da stilare ci hanno letteralmente catapultato in un modo molto complicato. Un mondo che pochi di noi, poveri laureati o studenti di studia arte conoscono bene, impegnati a restare a galla nel mare magnum della teoria. In particolar modo se penso all’aspetto che mi ha sconvolto di più è stato venire a conoscenza della figura del Registrar che, da quel poco che ho capito, è praticamente l’ombra dell’opera in prestito. E’ colui che, con precisione e attenzione estrema nella compilazione dei documenti necessari, ne gestisce il movimento sia quando l’opera viene concessa in prestito al di fuori del museo o galleria sia in accoglienza da un altro museo. Affascinante è stata la docente stessa, Francesca Fabiani che, con eleganza e passione, ci ha portati nel suo mondo lavorativo grazie a mille aneddoti che nessun libro ti può raccontare e soprattutto abbiamo rivissuto con lei l’organizzazione della mostra “Luigi Ghirri. Pensare per immagini” presso il MAXXI nel 2013.
In vista della mostra tematica come lavoro collettivo, le lezioni saranno affiancate da laboratori come quello di progettazione con Claudia Löffelholz, curatrice indipendente e tra le fondatrici del collettivo LaRete Art-Project. Sono tante le cose da fare, dobbiamo discutere sul tema, assegnare i ruoli e decidere le opere da esporre e l’allestimento, il tempo è materialmente è poco e la mia ansia inizia a farsi sentire. Per avere almeno uno spunto, Chiara Dall’Olio ci ha guidati nell’immenso archivio storico tra scatole ancora piene di fotografie da catalogare, negativi e carte salate. A concludere la settimana con un pizzico di brio ci ha pensato Raffaele Vertardi, photo editor estroso per il magazine IL de Il Sole 24ore, per il laboratorio di Cultura Visuale. Il suo approccio informale mi ha ricordato il corso di storia dell’arte medievale che frequentai durante la laurea magistrale fatto di canzoni, riflessioni e visioni ma questa volta ho affrontato la sfida in maniera più tranquilla rispetto al passato. Un muro grezzo, una frase di Nietzsche e il primo articolo del blog sono state tra le immagini scelte per descrivermi, seguendo l’istinto e pensando il meno possibile. Non so se sono riuscita nell’impresa di dare ordine alla mia confusione mentale…boh! Mi sono resa conto che è fondamentale mettersi in discussione e da questi incontri si impara ad essere una spugna di stimoli nonostante i dubbi. Confrontandomi con le notevoli esperienze lavorative dei prof, mi chiedo: sono loro dei geni, persone fortunate che fanno il lavoro dei loro sogni oppure sono io ad essere una sfigata mediocre che ha sbagliato tutto nella vita? Ai posteri l’ardua sentenza.
Alla prossima puntata…
Ho letto con orgoglio e passione, provando ad immaginare la tua! Ti leggo sempre, non commento mai!
Ti immagino, però su quei nuovi banchi, tenace e curiosa come la bambina che mi accoglieva nei pomeriggi senza cellulari! Sono felice per te e per tutto quello che continui a costruire! Brava! <3
Malissimo! I commenti altrui sono necessari a noi “bloggerssss”!
In ogni modo, mi impegnerò al massimo 😉